09 agosto 2013

政治 Zhèngzhì - Politics


 Photo of "Haiyàng"

Isola di "Di Er", alloggi privati.
Derek si era fermato per la notte. Sono passati un paio di mesi da quando concordammo il nostro impegno, ma ancora decidemmo di aspettare a vivere insieme sotto lo stesso tetto.
Vuoi per impegni lavorativi, vuoi per le abitudini personali, ognuno di noi preferiva comunque avere un proprio appartamento, i propri spazi. In quest'aspetto siamo molto simili, a volte amiamo il silensio e la solitudine, per pensare ed estraniarci dalla vita frenetica di Capital City per ricaricarci. Inoltre, come Derek preferiva non avere gente intorno quando doveva prepararsi per un provino, allo stesso modo preferivo la solitudine quando nel pensare riprendevo in mano il violino.
Mi alzai presto quella domenica mattina, come ero solito fare durante la settimana per presentarmi puntuale in ufficio. Indossai una camicia pulita dalla fantasia sobria, azzurra, ed un paio di chinos color panna. Mi sedetti al tavolo del terrazzo esterno, attendendo che mi venisse portata la colazione mentre avviavo l'Holopad per la lettura dei quotidiani in rete. Questa era una delle cose che il mio compagno non ha mai sopportato: l'alzarmi presto durante il weekend per l'asciarlo solo a letto. Ogni volta si presentava al tavolo della colazione con il broncio ed i capelli brizzolati scompigliati dal cuscino, rimproverandomi con l'accento più marcato di New London, caratterizzato dalle vocali chiuse.
 "I hate, when you do this." 
 "Ho preferito lasciarti dormire."
 "Ti sei gia vestito." Una nota di disappunto mentre si aggiusta la vestaglia di seta scura. Mi si siede di fianco e versa il tea aromatizzato in una tazza di porcellana candida.
 "Preferisco evitare di tenere la vestaglia più del dovuto." commento sfogliando con una mano le pagine olografiche di un quotidiano.
 "News?" domanda prendendo una mela rossa dall'alzata.
 "Niente di ecclatante, continuano i processi per i crimini di guerra." prendo un sorso sfogliando l'articolo con interesse. "Sono stati dati parecchi ergastoli."
 "Ci stanno andando giu pesante."
Sposto lo sguardo verso di lui. Con i movimenti precisi di un coltello d'argento, sbuccia il frutto prima di tagliarne una fetta.
 "Tenendo conto del disagio che hanno portato all'intera unificazione, l'ergastolo è paragonabile ad una grazia." feci notare senza cambiare tono di voce, avvicinando la tazza alle labbra.
 "Dico solo che è normale per ogni uomo cercare di ottenere la propria libertà. La storia passata è stata teatro di un sacco di battaglie a riguardo."
Un sorriso sottile ma divertito si apre sul mio volto mentre poggia la porcellana con un tintinnio alzando lo sguardo sul suo viso serio benchè fresco del riposo.
 "Nessuno ha privato loro della libertà, al contrario è intenzione dell'Alleanza aiutarli a crescere, ad evolversi."
 "Però pare si sentano soggiogati." Mescola con un cucchiaino la bevanda calda prima di poggiare la schiena ed accavallare le gambe.
 "Beh è abitudine di ogni sottocultura quella di credersi sottomessa. Resta però vera e sensata la logica dietro agli scambi promossi dal Governo Alleato. I Border ed i Rimmer prolificano senza ritegno ed hanno parecchi giacimenti minerari non sfruttati. Al contrario noi Corer disponiamo di tecnologie all'avanguardia, di una scienza più evoluta."
 "Non tutti gli aspetti della vita possono essere analizzati come in un Business Plan, my dear."
 "This is true, but... Gestire un governo non è molto difficile dal gestire un impresa." Mi concedo una pausa osservando il paesaggio, dalla balconata del terrazzo privato, del Chun Tian Sea. "Le uniche differenze riguardano le grandi dimensioni."
 "Sei incredibile, Ichigo." afferma con una risata rassegnata per il dibattito appena intavolato. Sorrido anche io sporgendomi verso di lui per prendergli la mano.
 "Lasciamo perdere la Politica." una lieve sua stretta ed un sorriso beffardo da dietro la tazza di tea, mi porta ad intuire il suo benestare. "Fino ad aggi quanto meno. Abbiamo un Cocktail con i Lang."
 "Bene non ti farò sfigurare." Commenta portando lo sguardo anche lui verso l'oceano. Non ci sarebbe riuscito neanche volendo ma evito di sottolineare l'ovvietà della cosa.
 "Come vuoi impegnare il resto della mattinata?" chiese terminando il tea rilassandosi sulla poltroncina accarezzandomi la mano con leggeri movimenti del pollice.
 "Credo che potremmo godere l'uno della presena dell'altro. la primavera è alle porte, il tempo ed il panorama sono deliziosi. E non è da meno la compagnia." 
[9 Marzo 2512]

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